La pelle asfittica del viso è una delle condizioni più comuni nel mondo dell’estetica: si presenta con zone lucide, altre spente o ruvide, e spesso viene confusa con una pelle semplicemente grassa o secca. In realtà è un insieme di entrambe le cose. Ma prima di usare prodotti a caso, è fondamentale capire cosa sta accadendo sotto la superficie.
In questo articolo ti spiego cos’è la pelle asfittica, perché succede e soprattutto come si risolve. Ti racconto anche la storia di una mia cliente che aveva esattamente questo problema: dopo tre mesi di percorso personalizzato ha avuto un cambiamento pazzesco, soprattutto grazie alla combinazione di trattamenti viso mirati e una skincare quotidiana rivisitata.
Cos’è la pelle asfittica spiegato semplice
Il nome dice già tutto: “asfittica” significa che non ossigena. È come se la tua pelle fosse soffocata, bloccata dall’interno.
Tecnicamente, la pelle asfittica è una complicanza della pelle grassa. Ma non è la pelle grassa “normale” che magari hai in mente. Qui succede qualcosa di diverso: il sebo, invece di essere fluido e scorrere come dovrebbe, diventa denso, quasi ceroso. Si solidifica nei pori creando dei veri e propri tappi così la pelle non riesce più a respirare, a ossigenarsi.
La cosa strana è che la pelle è grassa sulla zona T – fronte, naso, mento – ma le guance possono essere secche, disidratate, magari anche arrossate. Questo confonde tantissimo: sembra di avere due tipi di pelle diversi sulla stessa faccia. Al tatto sembra grassa, ma non è lucida come l’olio. È più una sensazione di unto misto a secco, e quando la pulisci hai sempre quella sensazione che non sia mai veramente pulita.
Il colorito è opaco, spento, a volte grigiastro o giallognolo. I pori sono dilatati, visibili. E poi ci sono loro: i comedoni. Li vedi, li senti sotto le dita, ma quando provi a fare una pulizia… non escono. Restano lì, bloccati, cementati. Spesso si formano anche i grani di miglio: quei puntini bianchi piccolissimi, duri, che sembrano semini sotto la pelle. Quelli sono accumuli di cheratina intrappolata.
Più provi a sistemarla con prodotti a caso, più peggiora.
Perché succede?
Di solito chi ha la pelle asfittica parte già da una base di pelle mista o grassa. Magari hai avuto problemi di acne da adolescente. O hai cicli ormonali che ti fanno impazzire la pelle ogni mese. Forse vivi in città, usi il trucco tutti i giorni, sei sempre di corsa. Mangi veloce, sei stressata. Non è colpa tua. È che tutti questi fattori si sommano e la pelle va in sovraccarico.
Una delle cause principali, nella mia esperienza, sono i prodotti sbagliati. Creme troppo ricche che la pelle non riesce ad assorbire. Oli comedogenici che ostruiscono. Trucchi pesanti che soffocano. Se la pelle grassa produce già abbastanza sebo da sola, e tu ci aggiungi altre cose grasse sopra, lei reagisce chiudendosi, proteggendosi. Il sebo si ispessisce, diventa ceroso e si blocca tutto.
Poi ci sono i cambiamenti ormonali. Adolescenza, ciclo, gravidanza, stress. Tutti momenti in cui la pelle può impazzire un po’. A volte c’entrano anche problemi digestivi, perché la pelle riflette quello che succede dentro. Se l’intestino non va bene, se non assorbi le vitamine giuste, la pelle te lo fa vedere.
Anche i detergenti troppo aggressivi fanno danni. Magari pensi “ho la pelle grassa, devo sgrassarla bene” e usi saponi che la seccano. Ma sai cosa succede? La pelle, secca in superficie, reagisce producendo ancora più sebo per compensare. È quello che si chiama effetto rebound. E peggiori tutto senza neanche accorgertene.
Quando tutto questo succede, la barriera cutanea si danneggia. La barriera è quella pellicola protettiva che trattiene l’acqua dentro la pelle e tiene fuori le schifezze. Quando non funziona più bene, la pelle non riesce più a trattenere l’idratazione. Per questo hai quella sensazione strana di pelle grassa ma che tira, unta ma secca allo stesso tempo.
È per questo che le pulizie normali non funzionano. Non è che non ti lavi bene, è che proprio le impurità non escono. E più la pelle resta bloccata, meno ossigeno arriva, più il colorito diventa spento, grigiastro. È un circolo vizioso.
Come l’abbiamo risolta: la storia di una mia cliente
Qualche mese fa è venuta da me una donna di 42 anni. Non sapeva più cosa fare con la sua pelle del viso.
Quando l’ho guardata bene, sotto la luce, ho visto tutto quello di cui ti ho appena parlato. Pelle opaca, completamente spenta, con quel colorito grigiastro tipico. Comedoni chiusi, soprattutto sulla zona T. Texture completamente irregolare, butterata. C’erano anche vecchie cicatrici di acne e alcune macchie scure, perché lei ha un fototipo scuro che tende a pigmentare facilmente. Le guance erano disidratate, quasi tiravano, mentre il naso era unto.
Mi ha raccontato che si lavava il viso con il sapone. Qualsiasi sapone. “Tanto poi metto la crema,” mi ha detto. Aveva provato di tutto: creme costosissime per pelle grassa, detergenti aggressivi che la seccavano, maschere all’argilla. Niente. Anzi, spesso peggiorava. La pelle diventava ancora più opaca, i comedoni non diminuivano e lei si sentiva sempre più irriconoscibile.
Nessuno le aveva mai spiegato come funziona la sua pelle.
Le ho detto subito che non bastava fare “una pulizia del viso” come si fa di solito. Serviva un approccio completamente diverso. Non potevo trattarla come tratto tutte. Dovevamo sbloccare la pelle, rigenerarla in profondità e soprattutto insegnarle a prendersene cura nel modo giusto ogni giorno.
Come abbiamo lavorato
Abbiamo iniziato con quattro pulizie del viso molto ravvicinate, una ogni dieci giorni. Ti dico subito che la prima seduta è stata difficile anche per me. Quando hai una pelle così tappata, le impurità non escono tutte subito. Premi con delicatezza, insisti, ma niente. Restano lì.
Sulla pelle asfittica, lo strato corneo – quella pelle morta che si accumula naturalmente su tutte le pelli – diventa ancora più spesso e compatto. Blocca tutto: il sebo, i pori, la respirazione della pelle. Dovevamo toglierlo, strato dopo strato, con pazienza.
Non ho usato il vaporizzatore, perché su una pelle così sarebbe troppo aggressivo. Preferisco peeling delicati che sciolgono lo strato corneo senza traumatizzare: procedo per gradi, senza forzare, accompagnando la pelle nel suo naturale percorso di rinnovamento.
La prima pulizia è uscito pochissimo. Lei era delusa. “Vedi? Non funziona niente.” Le ho sorriso e le ho detto: “Aspetta. Fidati.” Alla seconda qualcosa si muoveva. Alla terza la pelle iniziava a rispondere, si sentiva già più pulita, più leggera. Alla quarta, finalmente, come la toccavo, usciva tutto. Era sbloccata.
I trattamenti viso per rigenerare in profondità
Una volta liberata la pelle dai tappi, dovevamo rigenerare. Lei aveva cicatrici, macchie, una texture completamente irregolare. Servivano trattamenti che andassero in profondità così ho scelto di alternare due protocolli molto potenti: Neoskin e Microneedling.
Il Neoskin è un peeling professionale a base di acidi molto efficaci. Acido glicolico, lattico, piruvico. Questi acidi hanno molecole piccolissime che penetrano la barriera della pelle e arrivano fino al derma, lo strato profondo. Lì stimolano i fibroblasti, che sono come le fabbriche che producono collagene, elastina, acido ialuronico.
Su una pelle asfittica il Neoskin è perfetto perché riduce lo spessore dello strato corneo, fluidifica il sebo denso e lavora anche sulle macchie schiarendole gradualmente.
Il Microneedling invece lavora diversamente. Sono micro-aghi che creano piccole stimolazioni controllate a cui la pelle reagisce producendo nuovo collagene per “ripararsi”. È il suo meccanismo naturale di guarigione che noi stiamo solo svegliando. Perfetto per levigare le cicatrici, uniformare la texture butterata, riempire le irregolarità dall’interno.
Li ho alternati perché lavorano da angolazioni diverse. Il Neoskin agisce chimicamente, sciogliendo e rigenerando. Il Microneedling agisce meccanicamente, stimolando la ricostruzione. Insieme coprono tutto: sebo, texture, cicatrici, macchie, ossigenazione.
All’inizio facevamo una seduta a settimana, alternando i due trattamenti. Poi siamo passate a ogni due settimane quando la pelle aveva raggiunto una stabilità.

Risultati e mantenimento: imparare e rivedere la skincare
Sai qual è stata la parte più importante del percorso? È stato quando le ho insegnato a riconoscere le esigenze della sua pelle. A capire cosa le serve davvero.
Le ho fatto buttare via il sapone. Le ho spiegato che detergere bene è metà del risultato. Che la crema giusta fa la differenza tra una pelle che ossigena e una che soffoca. Le ho insegnato una routine semplice ma giusta.
Mattina e sera: detergente delicato che pulisce senza aggredire, tonico riequilibrante senza alcol, siero leggero, crema oil-free che idrata senza appesantire. La mattina sempre protezione solare, anche d’inverno, perché i raggi UV danneggiano ancora di più la barriera cutanea. La sera un siero con acidi esfolianti delicati per continuare il lavoro fatto in cabina.
Niente texture ricche. Niente oli pesanti. Niente siliconi occlusivi. Solo prodotti che lasciano respirare la pelle, che ripristinano la barriera cutanea senza intasare.
Su di lei abbiamo usato i prodotti per la detersione Olivia Cooper Skinconcept.
Cosa rende diverso questo approccio
Sono passati tre mesi dall’inizio del percorso e il cambiamento è stato evidente: costanza, metodo e trattamenti mirati hanno dato risultati reali.
La pelle del suo viso oggi è cambiata davvero. È più liscia, uniforme, luminosa.
I comedoni si sono ridotti nettamente e quelli che compaiono sono gestibili con la routine quotidiana. Le macchie si sono schiarite, i pori si presentano più compatti e il colorito ha ritrovato vitalità. Soprattutto, le cicatrici da acne che aveva si sono assottigliate tantissimo.
La trasformazione estetica è importante, certo, ma il valore più grande è un altro: ora lei sa cosa fare.
Non si sente più disorientata davanti a mille prodotti, non brancola più nel dubbio. Ha imparato a leggere la sua pelle, a capire quando intervenire da sola e quando è il momento di tornare in cabina.
È questo il risultato che mi rende più orgogliosa: non la foto del “prima e dopo”, ma la consapevolezza che può mantenere i progressi in autonomia.
Ha funzionato perché non ci siamo limitati ai sintomi. Abbiamo individuato la causa, liberato la pelle in profondità e rimesso in moto il suo naturale processo di rigenerazione.
E soprattutto, le abbiamo dato gli strumenti per continuare a prendersene cura anche a casa.
Se leggendo questa storia ti sei rivista in quella pelle che non capisci più, possiamo lavorarci insieme. Prenota una consulenza viso da Olivia Cooper: analizziamo la tua pelle, capiamo di cosa ha bisogno e costruiamo il percorso giusto per te.
Ti aspetto!



